Odontocerum albicorne

Odontocerum albicorne

ENTOFLY

Siamo in primavera e in questo periodo i nostri ecosistemi brulicano di diverse specie di insetti che si accavallano nei cicli e quindi nelle presenze, quindi cercheremo di descriverne i più importanti.

Diffusione e specificità

Philum Artropodi

Ordine Trichoptera

Famiglia Odontoceridae

Specie Odontocerum albicorne

L’  Odontocerum albicorne è presente su tutto il territorio italiano. E’ un insetto che predilige acque correnti e fiumi fino a 1900 slm. La larva e la pupa è racchiusa in un astuccio di sabbia conico (mm18), che arriva alla schiusa sia sotto che sopra la superficie dell’acqua in marzo/ottobre e di frequente anche di giorno. L’insetto adulto (imago mm 13-20) presenta zampe grige e ali grigio argento più o meno scuro con striature nerastre.

 

Larvaabc

 

Insetto adulto

abc2

abc3Generalità

I Tricotteri sono uno degli Ordini più importanti di Insetti acquatici in quanto componenti di catene trofiche complesse e per il fatto che la loro biologia interagisce con interi comparti di organismi fluviali. Sono insetti anfibiotici poiché, da adulti, sono aericoli, anche se volatori di scarsa abilità, mentre i loro stadi pre-immaginali sono acquatici.

I Tricotteri sono quasi sempre acquatici negli stadi pre-immaginali. Hanno dimensioni piccole o medie, raramente grandi, con livree di colori generalmente poco vivaci, raramente variegate o metalliche. Solo raramente presentano forme brachittere, microttere o sub-attere. Sono spesso igrofili e/o lucifughi; poche specie sono diurne. Hanno volo incerto, poco sostenuto. Generalmente volano isolati o in gruppi. Le larve sono oligopode, anoiche o evoiche, con tegumenti in parte sclerificati ed in parte membranacei. Pupe exarate e dectiche. La caratteristica più nota dei Tricotteri è quella che le loro larve, con la sola secrezione sericea o con l’aggiunta di sabbia, pietruzze ed elementi vegetali vari, si costruiscono dei ricoveri (foderi) mobili oppure fissi dalle forme e dimensioni più svariate (lunghi da 3 mm fino a 8 cm) nei quali poi metamorfosano (o anche metamorfosano in loggette fisse costruite dalle larve per affrontare la ninfosi). Poche specie vivono libere allo stadio larvale.

L’esoscheletro è di consistenza modesta. Insetti di taglie diverse, adulti da 3 a 25 millimetri, per lo più di colore brunastro o comunque con colori poco vivaci, che volano di solito al crepuscolo o di notte. Hanno il cranio libero e mobile con occhi composti di solito piccoli e possiedono anche tre piccoli ocelli. Le ali anteriori hanno il margine posteriore ripiegato e questo, agganciandosi al margine anteriore delle ali posteriori ne stabilisce e ne mantiene l’accoppiamento. Le loro venulazioni e le ramificazioni di queste sono importanti elementi di identificazione e classificazione nell’ambito del gruppo. Quando sono in posizione di riposo, mantengono le ali sopra il corpo in una posizione spiovente con una caratteristica forma “a tetto”. Le antenne sono sottili e generalmente hanno la stessa lunghezza delle ali, in casi eccezionali possono essere più lunghe. In condizione di riposo vengono tenute diritte davanti al capo.

Ciclo biologico

L’accoppiamento è subito seguito dalla deposizione delle uova che, da alcune specie, viene effettuata sulla vegetazione riparia o su quella che pende sull’acqua, mentre altre specie depongono le loro uova sull’acqua o appena sotto la superficie di questa. Le uova, deposte in filamenti o in masserelle, sono ricoperte da mucillagine che si rigonfia per imbibizione e le protegge. La schiusa avviene dopo 2-3 settimane circa .Gli stadi larvali sono generalmente acquatici. Le larve sono essenzialmente onnivere e sono munite di mandibole taglienti, alcune specie possono essere carnivore. Possono essere sia di tipo eruciforme che di tipo campodeiforme. Quelle di tipo eruciforme costruiscono astucci e sono di solito vegetariane, mentre quelle di tipo campodeiforme sono predatrici e spesso non costruiscono astucci.
Tutte hanno un torace chitinizzato con zampe sviluppate mentre il ventre è carnoso e molle per cui, per proteggersi utilizzano alcuni materiali, disponibili nell’ambiente in cui vivono, per costruire un astuccio che è tenuto insieme dalla presenza di un filo appiccicoso, che producono da una ghiandola vicino alla bocca, entro cui si avvolgono. Ogni specie costruisce i propri astucci con un particolare materiale, per questo gli astucci sono indice di riconoscimento tra le specie. I materiali adoperati più spesso sono costituiti da frammenti vegetali, granelli di sabbia, frammenti di conchiglie, ecc. Ad ogni accrescimento della larva segue un “ampliamento” dell’astuccio mediante apposizione di materiale all’estremità anteriore. Il capo e le zampe fuoriescono dall’astuccio consentendo la deambulazione e la possibilità di ricerca del cibo, due uncini piuttosto robusti, posti all’estremità dell’addome, impediscono che la larva perda il suo involucro protettivo. Quelle specie che non costruiscono astucci, costruiscono reti di seta che ancorano alla vegetazione; queste reti offrono riparo e protezione, ma fungendo da trappole consentono loro di procacciarsi il cibo.

Lo stadio di pupa viene svolto nell’astuccio che, allo scopo, viene cementato su oggetti sommersi. Le larve che non costruiscono astucci, formano un pupario di sabbia entro cui costruiscono un bozzolo per l’impupamento. Quando è tempo di sfarfallamento, la pupa divora la porta d’uscita con le mandibole, nuota o si trascina verso la superficie e appena emerge vola via immediatamente. Lo sfarfallamento avviene in contemporanea tra molti individui

Francesco Quagliarini

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