Domenica 6 luglio 2014 si e’ svolta con successo a San Benedetto del Tronto la seconda edizione della ” Passeggiata nell’arte – L’oro del Piceno 2014″ organizzata dall’ associazione culturale Arte & 20 che si svolgera’fino al prossimo 31 agosto.Il Fly fischerman club di Ascoli Piceno ha partecipato, e partecipera’ ancora nelle serate del 27 luglio e 31 agosto prossimi, allestendo uno stand diviso in tre parti: una parte dedicata alla costruzione pratica delle mosche, una parte dedicata all’ esposizione delle canne in bamboo ed infine un’ altra incentrata alla proiezione delle spettacolari immagini dei viaggi di pesca del club.
Come potete immaginare tanti sono stati i curiosi e gli appassionati che si sono fermati per chiedere informazioni sulla Ars Tronto e sulle attivita’di club, hanno visitato il nostro stand anche le ballerine brasiliane con Luciana Chagas che in occasione dell’inaugurazione dell’evento hanno girato il video HAPPY-ARTE.
Orgogliosi della bellissima serata tutto il club non puo’ far altro che ringraziare tutte le persone che ci hanno dato la loro attenzione, gli organizzatori ed in particolare il comune di San benedetto del Tronto al fine di far conoscere ai molti l’affascinante mondo della pesca a mosca.
Beniamino Costantini
qui potete leggere l’articolo pubblicato dal sito Quotidiano.it
“Truentum”, così lo chiamò Plinio il Vecchio; era ed è tutt’oggi uno dei più importanti fiumi dell’Italia centrale del versante Adriatico non solo da un punto di vista alieutico, ma anche paesagistico e idrografico. Ci piace pensare di poter fare in maniera del tutto fantasiosa, un viaggio percorrendolo dalle sorgenti (monti della Laga) sino al mare (Martinsicuro). Sgorga dal Monte Laghetta del comprensorio del Parco dei Monti della Laga da dove partiamo di buon mattino e già prima di ricevere il Trontino, sarebbe il caso di fermarsi per una sosta culinaria: ci troviamo in corrispondenza della piana di Amatrice e due bucatini all’amatriciana sarebbero d’obbligo. Ma proseguiamo, ci attendono ancora oltre 100 Km di viaggio e non possiamo perdere troppo tempo!
Dopo pochi chilometri ecco il Rio Scandarello sulla nostra sinistra, riale emissario del bellissimo lago a cui da il nome e nelle cui acque nuotano grossi lucci e ciprinidi di varia natura. E’ in questo punto che il Tronto, ormai fiume, comincia a serpeggiare giocando con la vecchia consolare Salaria dove si possono ancora ammirare vecchie pietre miliari lasciate dai Romani.
Qui respiriamo veramente un’aria d’altri tempi, storia, natura, due parchi (Sibillini e Laga) a fare da cornice, affluenti incontaminati come il Nea ed il Saletta insomma verrebbe voglia di gettare l’ancora e rimanere per ore a respirare quest’aria perdendo la percezione del tempo. La curiosità di andare avanti ha però il sopravvento. Pochi chilometri e ci imbattiamo nei primi PAM del No Kill di Rieti (siamo nel Lazio). Siamo in località Libertino entrata nella leggenda per la famosa trattoria ormai dismessa da Orlando, un tempo tappa obbligata per il trotaiolo della domenica. Proseguiamo velocemente per non disturbare i numerosi pescatori presenti fino a Grisciano, ultimo paese del Lazio che segna il confine della riserva No Kill della Provincia di Rieti nonché patria della “Gricia” una sorta di amatriciana bianca. Si entra nelle Marche. La Provincia è quella di Ascoli Piceno. Non passa inosservato subito dopo il confine, il torrente Chiarino. Affascinante quanto difficile da un punto di vista piscatorio, è uno tra i più belli affluenti del fiume Tronto. Ci piacerebbe fermarci per poterlo sondare, ma non disponiamo di almeno una quarantina di minuti di cammino per poterlo risalire (possibile solo con il cavallo di S.Francesco!) e quindi proseguiamo con sommo rammarico. Scendiamo velocemente accompagnati dal rumore dell’acqua che qui si fa abbondante; raschi, correntine e qualche buca caratterizzano la morfologia del fiume che rimane a vocazione salmonicola. Agevole, comodo invitante, il Tronto qui è meta preferita dalla maggior parte dei pescatori locali. Attenzione, senza quasi neanche accorgercene stavamo per urtare un gruppo di cinghiali giunto al fiume per abbeverasri. Non è assolutamente cosa rara! Continuiamo la nostra corsa, Vezzano, Trisungo, Favalanciata e Quintodecimo; qui il fiume si incassa tra due contrafforti di tufo e raggiungerlo così come pescarci diventa molto più impegnativo, ma il detto “per aspera ad astra” assume quantomai veridicità. Non è infatti raro imbattersi, pescando in una delle numerosissime grosse buche, in trote oltre il kg di peso, pesci dalla livrea mozzafiato. Eccoci ad Acquasanta Terme e qui dopo aver ricevuto le acque delle numerose sorgenti sulfuree e dello splendido ed incontaminato torrente Garrafo, il fiume diventa a vocazione ciprinicola. Per nulla antropizzato e con le acque ancora ragionevolmente pure, il Tronto offre, in questo tratto, numerose possibilità di pesca e divertimento fino ad arrivare alla città di Ascoli, sita a circa 20 km più a valle. Eccoci, scorgiamo da lontano il Ponte romano di Borgo Solestà inizio dell’ARS Tronto oltre naturalmente le numerose torri che caratterizzano il centro storico (Ascoli città delle Cento Torri). L’acqua torna improvvisamente fredda, non è un miracolo del Patrono S.Emidio, ma è la centrale Enel che si libera dell’acqua imprigionata a monte. Il fiume torna ad essere habitat ideale per i salmonidi.
E tant’è. Sette chilometri di riserva, praticamente quasi tutto il centro abitato della città, adibiti a No Kill per pesca a mosca e spinning. Grosse sagome di fario ed iridee solcano le acque brulicanti di insetti. La sera, specie nei mesi caldi, qui c’è sicuramente da divertirsi.
Attraversata l’ARS Tronto e quindi la città di Ascoli Piceno ci accingiamo ad affrontare gli ultimi 20/25 km del nostro viaggio. Il fiume si allarga, a tratti si addormenta in lame e buche per poi risvegliarsi improvvisamente con qualche rapida corrente, ma ormai siamo nel fondovalle e la morfologia è quella tipica del piano. carpe, cavedani, barbi e qualche rara trota (neanche troppo rara) proveniente dalla riserva a monte, popolano queste acque, un tempo, quando il gasolio costava qualcosina meno dell’oro, meta preferita di pescatori provenienti da fuori regione, soprattutto bolognesi, che qui trascorrevano interi week end di pesca intensiva.Eccoci, ci siamo, la riserva naturale Sentina con la sua miriade di uccelli migratori e stanziali, ci segnala che l’acqua salata è ormai vicino. Scorgiamo anche i primi ombrelloni e qualche sdraio e in tutta sincerità la voglia di andare a sbirciare qualche bikini estremo è fortissima; ma attenti, concentrazione, il nostro viaggio non è ancora finito, siamo ormai alla foce del Tronto e due lanci con un grosso streamer o imitazione di gamberetto potrebbero stimolare qualche leccia o spigola che qui si aggirano a caccia di cefali.
Bene ormeggiamo il nostro canotto ideale, scendiamo e cominciamo subito a pianificare qualche uscita reale, dovunque essa sia, sul nostro bellissimo fiume, ne vale veramente la pena!
Grazie Tronto, Marco Travaglini
a cura di Walter Luzi
Da un’idea di Leonello Negozi
La quantità del materiale a propria discrezione
Filo : a seconda dell’imitazione
Amo : qualsiasi misura e tipo per secca
Code Addome : fibre PP cordoncino
Rigaggio : filo di montaggio
Ali : fibre PP
Testa : filo di montaggio
Come ogni anno venerdì 28 giugno si e tenuta la consueta cena con tutti i componenti del club accompagnati dalle rispettive famiglie. Una bellissima serata con tante risate e racconti di pesca. Racconti di catture di pesci giganti che via via che si beveva diventavano più grossi. Durante la serata nei pochi momenti di lucidità si è parlato delle future uscite di pesca pianificando anche dei possibili itinerari esteri.
La serata e trascorsa così in maniera impeccabile immersi nella suggestiva atmosfera della riviera delle palme di San benedetto del Tronto
Si ringrazia tutto lo staff dello chalet RIVABELLA che ha saputo accoglierci e viziarci con le loro migliori specialità.
ciao a tutti, Beniamino Costantini
A cura di Sandro Spuria
Foto di gruppo con Palù e tanti giovani pescatori a mosca (ora vecchiotti) che forse stenteranno a riconoscersi. Francesco è un personaggio particolare che merita di essere considerato fra le persone che hanno dato qualcosa di importante alla pesca a mosca , non soltanto in Italia.
In seguito al suo arrivo ad Ascoli ci coinvolse a partecipare ad un suo corso di pesca sul fiume Gacka, che ci diede l’opportunità di conoscere un altro grande Milan Stefanac , il leggendario guardia pesca e prima grandissimo bracconiere (purtroppo per necessità), poi altrettanto grande pescatore.
Le foto sono state fatte nell’albergo sul fiume che ora, in seguito alla guerra che ha diviso la Jugoslavia , non esiste più. Con noi c’era anche l’allora direttore.Il fiume ha comunque aiutato la gente della valle a superare momenti terribili, sia nella seconda guerra mondiale che in seguito alla sconvolgente guerra civile che ha diviso il paese.
Ciao a tutti, Sandro Spuria
by Luca Santoro
DRESSING :
AMO : Tiemco 103BL
FILO DI MONTAGGIO : 8/0 Rusty Brown
CODE : Fibre di Gallopardo
ADDOME : Turkey Biot Mogano
HACKLES : Piuma di Collo di Gallo Brown
ALI : Polypropilene White
TORACE :Dubbing di scoiattolo
SPLIT : Foam da 1mm Bianco
TESTA : Filo di Montaggio
a cura di Walter Luzi
Anche quest’anno la Sim Scuola Italiana di Pesca a Mosca ha organizzato un festival veramente al di sopra delle aspettative a Castel di Sangro , come sempre il tutto al Convento Della Maddalena antistante al quale scorre il fiume Sangro .
Costruttori da tutto il mondo 21 in tutto di cui 11 stranieri dall’olanda , regno unito , spagna , norvegia .
Costruttori di canne in bamboo dell’Ibra , antiche attrezzature , venditori di materiale da pesca .
Mini corsi di costruzione artificiali e mini corsi di lancio e’ stata allestita anche una vasca di lancio , nella quale tra i tanti lanciatori Mauro Borselli ha avuto modo di far vedere l’ azione di alcuni dei suoi artificiali , in particolare una rana finta che dall’ erba entrava nella vasca e questo ha richiamato l’attenzione di diverse persone .
Molti gli appassionati attirati dai costruttori Italiani e stranieri e anche sul fiume si sono cimentati nel lancio istruttori e non .
Naturalmente il Fly Fisherman Club non poteva mancare
e alcuni componenti dell’FFC sono stati presenti al Fly Festival .
Naturalmente l’appuntamento è per la prossima edizione !
A presto, Walter Luzi
Siamo nel 2004, io e Sandro ormai malati di Russia e di salmoni prepariamo il viaggio sempre nel mese di Giugno (che e’ quello della risalita estiva), questa volta su un affluente basso del Varzuga, il Kitza del quale Sasha ci aveva parlato molto bene.
Ci organizziamo come in passato per arrivare al paese Varzuga.Questa volta ci accompagna solo Sasha poiche’ Alexiej e’ impegnato con il dottorato e sta presentando una tesi sul salmone atlantico .
I preparativi per il volo in elicottero come al solito, e il giorno 7/6/2004 atterriamo a monte del Kitza .
Ci rendiamo subito conto che le condizioni non sono le migliori, livelli alti per le recenti pioggie, fiume ,un correntone unico, e non e’ possibile neanche entrare in acqua. Facciamo comunque qualche tentativo , ma non e’ sicuramente un fiume da pescare con la mosca almeno nella parte alta.
Facciamo il campo e preparariamo il phontom . Il giorno dopo decidiamo di ridiscendere fino alla confluenza con il Varzuge dove avremo fatto un’altra tappa (ci attendono quasi 20 km di percorso) Durante il viaggio attraversiamo un lago e dopo vari tentativi riusciamo a trovare l’uscita. Arriviamo alla confluenza al mattino, dopo aver viaggiato anche la notte il 9/6/2004 . Siamo ospiti di un distaccamento militare di guardie forestali , devo dire molto disponibili. I contatti con l’elicottero non sono dei migliori, non ci resta che attendere.
Di fronte al campo c’e’ il paese di Kuzomen, e vediamo il grande estuario fra il Varzuga e il Kitza. Essere fra due fiumi, in piena risalita di salmoni, e non poter pescare poiche’ non avevano il permesso, e’ stato un po frustrante. Ma aspettiamo speranzosi quel benedetto elicottero che arriva il giorno 11/6/2004. Morale persi 4 giorni di pesca .
Si parte finalmente per il Varzuga, tappa Japoma camp dove rimaniamo per due giorni catturando diversi salmoni ,poi nuovo campo in Arengaa place dove rimaniamo fino al 15/6/2004 con diverse catture e molti persi. ( la delusione iniziale era quasi sparita )
Smontiamo il campo poiche’ l’elicottero ci verra’ a prendere al mattino dopo ore 9,00. Per sicurezza tramite il satellitare Sasha chiama per conferma ,ma con scuse e preoccupazione ci dice che il veivolo non e’ disponibile poiche’ impegnato ad accompagnare alte rappresentanze politiche. A quel punto Sandro prende la decisione piu’ giusta per rispettare i nostri tempi del ritorno. Rimontiamo il phontom, carichiamo il tutto e partiamo verso il paese Varzuga via fiume alle ore 2.00 .
Il viaggio piu’ sofferto che abbia fatto… il freddo , l’ansia, i tratti di fiume dove Sasha ci rimorchiava col suo motore , 28 Km di fiume che non dimentichero’.
La vacanza si conclude a Varzuga alle ore 7.00. Poi il ritorno come al solito.Nonostante il flop dell”anno precedente rimaniamo in contatto con i nostri amici , ma da subito ci fanno capire che quel tipo di organizzazione non sara’ piu’ possibile poiche’ il grande capo Kollushjon ha avuto un incidente mortale e l’area Varzuga e’ affidata a rappresentanti governativi .
L’opportunita’ di aver potuto pescare per anni a costi contenuti in fiumi favolosi e’ sicuramente una esperienza indescrivibile.Tutte le belle storie hanno fine …. rimane un indelebile ricordo , di amici, di posti , di fiumi , di salmoni , di profumi …
di quando un sogno diventa realta’.
Ciao ,Ubaldo Angelini
by Remo Blasi
MATERIALI IMPIEGATI
AMO : HANAK 130 BL o simile #12-18
CORPO : Dubbing grigio naturale o sintetico
FILO DI MONTAGGIO : Nero
TORACE : Dubbing grigio naturale o sintetico
CODE : Barbule di gallo grizzly e brown
HACKLES : Gallo grizzly e brown
ALI : Antron Yarn bianco